mercoledì 17 ottobre 2012

Ludovico Einaudi






Divenire
Divenire è il nome dell’ultimo disco di Ludovico Einauidi ,abile compositore e pianista italiano. Il divenire inteso come mutamento lo scorrere senza fine della realtà,perenne nascere e morire degli avvenimenti. Tutto quello che comunica questa musica è a dir poco mistico,ed esalta l’accompagnamento della medesima più di quanto potrebbero fare le parole. E’ un disco morbido e scorrevole e si prefigge come chiave all'apertura dell’anima. Divisa da una parte di presentazione  in cui gli archi e il pianoforte si incastrano fino a formare un élite di sfumature. Per poi alzare il ritmo ed affrontare un tema  titanico. L’organico si ripete una seconda volta con toni di decelerazione  di ritmo che sfociano nello spettacolare finale di una nota solitaria. Note suonate a cascata  la combinazione di suoni elettronici ,ancestrali,e l’architettura di archi rende il pezzo unico. Archi quasi  assenti il pianoforte la fa da padrone in un contesto gracile come un tulipano troppo morbido e delicato nel suo complesso.





Poeti futuri


Poeti futuri! Oratori, cantori, musicisti futuri!
Non l’oggi mi può giustificare e chiarire chi sono,

Ma voi, stirpe nuova, atletica, schietta, continentale,
maggiore d’ogni altra conosciuta,


Sorgete! Spetta a voi giustificarmi.
Io non scrivo solo una o due parole per indicare il futuro,
Non avanzo che un attimo, per poi voltarmi e
Riaffrettarmi nel buio.

Io sono un vagabondo che non si ferma mai, che getta a
Caso uno sguardo su di voi e storna il viso,
Lasciandovi il compito di analizzarlo e definirlo,
Da voi aspettandosi cose più importanti.


Walt  whitman





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