giovedì 8 novembre 2012

Playing for Change



Playing for change
Playing for Change è un supergruppo musicale formato essenzialmente da artisti di strada di varie etnie, nato comeprogetto multimediale per opera del produttore discografico statunitense ed ingegnere del suono Mark Johnson, delTimeless Media Group, e di Enzo Buono.
Con lo stesso nome Playing for Change Foundation (letteralmente: Suonare – ma anche recitare, agire – per un cambiamento) è stata fondata una organizzazione non a scopo di lucro – la Playing for Change Foundation – cui è demandato il compito di edificare scuole di musica destinate all'infanzia nei luoghi più disparati del mondo. Il progetto è orientato a sostenere in maniera particolare realtà del terzo mondo.
Playing for Change ha avuto inizio come progetto nel 2004: lo scopo dichiarato era quello – secondo gli intendimenti degli organizzatori – «di ispirare e mettere in collegamento musicisti per portare un messaggio di pace nel mondo attraverso la musica»'. Per fare ciò i fondatori si sono recati in diversi Paesi molto distanti l'uno dall'altro del globo terrestre, come Stati Uniti, Spagna, Sudafrica, India, Nepal, Medioriente, Irlanda (per l'Italia, a Livorno sono stati registrati interventi di Roberto Lutialla chitarra resofonica, Simone Luti al basso e a Pisa sono state effettuate incisioni di Stefano Tomaselli al sassofono).
Servendosi di un'apparecchiatura mobile che funzionasse da studio di registrazione, i due hanno registrato sul posto le performance di musicisti che eseguivano una medesima canzone, interpretata nel proprio personale stile.
Fra le guest star che hanno partecipato al progetto, o che sono stati in qualche modo coinvolti in esso, figurano Vusi Mahlasela, Louis Mhlanga, Clarence Bekker, Tal Ben Ari(Tula), Bono, Keb' Mo', David Broza, Stephen Robert Nesta Marley, Manu Chao e Grandpa Elliott.
Il repertorio del gruppo è vasto e varia dalla musica blues, al soul, al pop, al classico rock and roll, con brani di autori affermati come Bob Dylan, Bob Marley, Ben E. King,Tracy Chapman.
Il loro successo maggiore è Stand by Me, lo standard del rock and roll di Ben E. King e del duo Jerry Leiber e Mike Stoller, già portato al successo da vari artisti.
Il brano è stato il primo singolo del gruppo ed ha preso le mosse da un artista di strada a Santa Monica (California), Roger Ridley (Poi deceduto). Sulla base dell'interpretazione di questo artista, Johnson e Buono hanno iniziato un viaggio attraverso il mondo registrando gli interventi e le esecuzioni di più e più artisti. Tutte le diverse interpretazioni sono state poi sottoposte a missaggio in un pasticcio finale.[1]
Il videoclip di "Stand by Me" ha avuto risonanza e popolarità come fenomeno di internet sia attraverso il sito ufficiale del gruppo sia attraverso YouTube, dove ha registrato oltre trenta milioni di contatti).
L'attività musicale di Playing for Change è riassunta in una compilation su CD/DVD intitolata Playing For Change: Songs Around the World e distribuita nel 2009 su etichettaConcord Music Group.
Il CD consta di dieci canzoni mentre il DVD ha sette tracce, inclusa la versione video di cinque canzoni che compaiono sul CD, più un video intitolato "The Playing for Change Foundation" che illustra l'attività della Fondazione. Il DVD contiene anche un film documentario di tre minuti intitolato Peace Through Music (La Pace attraverso la Musica).
A ottobre 2009 è stato distribuito su DVD un ulteriore documentario di 83 minuti su DVD sempre dal titolo Peace Through Music, diretto da Mark Johnson e Jonathan Walls. Il documentario è stato girato durante il viaggio della troupe di Playing for Change attraverso il mondo e al materiale originale sono stati aggiunti spezzoni di intervista e delleperformance musicali dei vari artisti.
Nel 2010 è stato pubblicato un secondo album – l'album dal vivo Playing for Change Live – che vede riuniti tutti insieme sulla scena diversi artisti provenienti da varie parti del mondo.
Il sito web di Playing For Change ha reso possibile, sia pure limitatamente all'area statunitense, l'acquisto via download e in formato MP3 dei brani prodotti dal supergruppo, mentre da aprile 2009 l'album discografico è distribuito anche su iTunes.




sabato 27 ottobre 2012

La voce del popolo : Pasquino




Pasquino



Pasquino è la più celebre statua parlante di Roma, venne ritrovata nel 1501 durante gli scavi per la ristrutturazione del palazzo orsini,la statua rappresenta un guerriero greco. Parliamo di ciò che la statua esprime nel cuore di ognuno di noi.Pasquino rappresenta la voce del popolo, che al tempo dei papati, denunciava in un modo satirico, le conseguenze apportate da decisioni di uomini di potere, quali i papi. Pasquino secondo le antiche leggende era un sarto,un calzolaio non ci sono dati certi sulla sua professione ,lui  affissava dei fogli alla statua contenenti satire rivolte a personaggi di spicco del potere,facendo così notare la falsità, con cui papi ,vescovi ,vendevano il paradiso in cambio di soldi .La statua divenne simbolo della contraddizione satirica ,iniziativa di un uomo che con grande eleganza e poeticità di pensiero, esprimeva il suo disgusto verso un mondo che lui non accettava. Tutto in maniera anonima,dato le gravi conseguenze, aveva adottato il nome di Pasquino , come i suoi successori ,così ci furono continue pasquinate rivolte ai potenti della chiesa,la quale era impotente verso una voce, la cui immortalità, echeggiava nel popolo. La statua divenne un punto dolente verso tutti quegli uomini ecclesiastici, che facevano del loro potere,un privilegio di appartenenza ad una classe temporale che non guardava ai beni spirituali, ma a quelli puramente venali.









Ecco qualche altra pasquinata famosa:

Per la morte di papa Alessandro VI Borgia (1492-1503), accusato con tutta la sua famiglia di violenza, lussuria e crudeltà: Qui giace Alessandro sesto. È sepolto con lui / quanto venerò: il lusso, la discordia, l’inganno, / la violenza, il delitto.

Per la morte di papa Leone X Medici (1513-1520), famoso perché prometteva il Paradiso in cambio di soldi ("vendita delle indulgenze"), soldi che usava per pagare i grandi progetti artistici a Roma e a Firenze: Gli ultimi istanti per Leon venuti, / egli non poté avere i sacramenti. / Perdio, li avea venduti!

Dopo la morte di papa Clemente VII de' Medici (1523-1534), provocata forse dalla scarsa bravura del suo medico, sulla statua viene messo il ritratto del medico con la scritta: Ecce qui tollit peccata mundi (Ecco quello che toglie i peccati del mondo).

Per la morte di Paolo III Farnese (1534-1549), papa grandissimo ma accusato di "nepotismo", cioè di avere concesso ricchezze e poteri ai suoi parenti: In questa tomba giace / un avvoltoio cupido e rapace. / Ei fu Paolo Farnese, / che mai nulla donò, che tutto prese. / Fate per lui orazione: / poveretto, morì d'indigestione.

Contro Donna Olimpia Pamphilj (Pimpaccia), la cognata di Papa Innocenzo X Pamphilj (1644-1655): Per chi vuol qualche grazia dal sovrano / aspra e lunga è la via del Vaticano. / Ma se è persona accorta / corre da Donna Olimpia a mani piene / e ciò che vuole ottiene. / È la strada più larga e la più corta.

Famosa la pasquinata contro Napoleone Bonaparte, che aveva il vizio di prendere le opere d'arte nei paesi conquistati e portarle in Francia. Si tratta di un colloquio con Marforio:
Marforio: È vero che i francesi sono tutti ladri? / Pasquino: Tutti no, ma BonaParte!


domenica 21 ottobre 2012

Per non dimenticare



La mafia non è affatto invincibile; è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine. Piuttosto, bisogna rendersi conto che si può vincere non pretendendo l'eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni. Giovanni Falcone



Chiudo le porte al mondo perché  esso non mi rassomiglia più, nello sguardo di un uomo non c’è più il suo futuro, ma bensì  un attesa angosciante di aspettative non possibilmente esaudibili, ma sperate  troppo al lungo per capire se un sogno così atteso possa divenire una certezza .Chiudo le porte ad un mondo che con la sua arroganza distrugge ogni forma d’arte ,un’essenza di colori e sfumature che si intrecciano in una eleganza da portare a chi le osserva una bellezza struggente, viene sostituita da grigi palazzi senza senso .
Chiudo le porte ad un mondo, che io non riconosco, perché derivante da un male troppo oscuro, che lacera i miei occhi abituati a vedere la luce.Le chiudo per poi riaprirle ad un mondo fatto di verità e di bellezza, di arte e musica, un mondo di libero pensiero, dove ognuno possa contribuire con un verso, contro tirannie ed oppressioni che da troppo tempo sono artefici dei mali più profondi.
  

Bica vincenzo

mercoledì 17 ottobre 2012

Ludovico Einaudi






Divenire
Divenire è il nome dell’ultimo disco di Ludovico Einauidi ,abile compositore e pianista italiano. Il divenire inteso come mutamento lo scorrere senza fine della realtà,perenne nascere e morire degli avvenimenti. Tutto quello che comunica questa musica è a dir poco mistico,ed esalta l’accompagnamento della medesima più di quanto potrebbero fare le parole. E’ un disco morbido e scorrevole e si prefigge come chiave all'apertura dell’anima. Divisa da una parte di presentazione  in cui gli archi e il pianoforte si incastrano fino a formare un élite di sfumature. Per poi alzare il ritmo ed affrontare un tema  titanico. L’organico si ripete una seconda volta con toni di decelerazione  di ritmo che sfociano nello spettacolare finale di una nota solitaria. Note suonate a cascata  la combinazione di suoni elettronici ,ancestrali,e l’architettura di archi rende il pezzo unico. Archi quasi  assenti il pianoforte la fa da padrone in un contesto gracile come un tulipano troppo morbido e delicato nel suo complesso.





Poeti futuri


Poeti futuri! Oratori, cantori, musicisti futuri!
Non l’oggi mi può giustificare e chiarire chi sono,

Ma voi, stirpe nuova, atletica, schietta, continentale,
maggiore d’ogni altra conosciuta,


Sorgete! Spetta a voi giustificarmi.
Io non scrivo solo una o due parole per indicare il futuro,
Non avanzo che un attimo, per poi voltarmi e
Riaffrettarmi nel buio.

Io sono un vagabondo che non si ferma mai, che getta a
Caso uno sguardo su di voi e storna il viso,
Lasciandovi il compito di analizzarlo e definirlo,
Da voi aspettandosi cose più importanti.


Walt  whitman





domenica 14 ottobre 2012

Cento passi




La voce della ribellione
Un atto di denuncia per coloro che ci perseguitano,  ci torturano,  ci uccidono . Noi dobbiamo solo stare zitti e sopportare queste atrocità con dolore senza poter dire niente ,dobbiamo girarci dall’altro lato,  far finta di nulla;  gli italiani sono bravi in questo, sono famosi per farsi mettere i piedi in testa da chiunque, a forza di calpestare i nostri diritti siamo diventati nel mondo il paese dove tutto gira senza avere un filo logico, dove persone vengono uccise per aver parlato,  manifestato il loro odio per una setta di uomini senza scrupoli ,corrotti dall’avidità che con l’aiuto del governo sono la vera piaga della società,piaga che va sotto il nome di mafia.
Lo stato siamo noi e se noi permettiamo tutto questo ci rendiamo complici di reati coperti o eseguiti dal governo.  Peppino Impastato, figlio di un mafioso, viveva in prima persona tutto questo ,poteva starsene a casa ,far finta di nulla come la maggior parte di noi che resta incredula davanti ai misfatti senza reagire ,lui ha dimostrato il suo dissenso senza aver paura di niente, ha fondato un giornale parlando dei continui problemi nella regione siciliana Sostenne la lotta dei contadini espropriati per la costruzione della terza pista dell’aeroporto di Palermo ,organizza continue manifestazioni, ma viene sempre arrestato perché elemento dissonante ad un ambiente mafioso. Lui non si arrende e crea una radio satirica denunciando mafiosi e politici, la sua voce inarrestabile non la si può fermare tranne che con la morte, che uccide un uomo ma non il suo pensiero di libertà. Il giorno della morte di Peppino Impastato  la mafia cerca di farlo passare per un suicidio,i carabinieri, prima arma dello stato, che dovrebbero proteggere il cittadino e salvaguardare i suoi diritti ,si macchiano dello stesso sangue che copre i carnefici di Peppino ,coprendo le prove inconfutabili  di un omicidio, ecco come lo stato diventa mafia .Non è cambiato niente da allora, quanti uomini dovranno ancora morire, quanta gente dovrà ancora soffrire, dove ci porterà tutto questo, vogliamo ancora stare zitti ed aspettare che tutto questo ci porti alla distruzione dei nostri diritti, per privilegiare una classe borghese che si arricchisce a nostre spese? Io non vedo nulla,  nessuno spiraglio di luce, nessuna prospettiva,  l’Italia sta diventando una pubblicità ben rivisitata agli occhi del mondo dove grossi finanziatori spendono i loro soldi in un paese sfruttato dalle grandi potenze e nel quale viverci sta diventando una vera impresa.
Volevo trarre un’ultima osservazione ,se solo immaginiamo un bambino cresciuto in un ambiente mafioso come Giuseppe impastato ,il suo pensiero non è stato condizionato dal padre ,non è diventato un mafioso, anzi ha combattuto contro questo ,è riuscito a fare la differenza tra ciò che era giusto e ciò che era moralmente scorretto, aiutato, da quella gente, che come lui, credeva in quegli ideali di giustizia e libertà che sono stati selvaggiamente calpestati.






domenica 7 ottobre 2012

Se io fossi San Gennaro, di Federico Salvatore











La mia città vera, bella ,ma dietro a quella bellezza cosa si nasconde? Una vita di disagio e d’asfalto che copre e riveste di squallido la città ,rovinando il vero volto di napoli fatta di autenticità portata nei secoli ,basti pensare che nel 1800 il regno delle due sicilie che partiva da napoli ed arrivava fino a comprendere l’intera sicilia attuale ,era il terzo paese al mondo su crescita industriale,scientifica ,artistica ,avevamo la seconda flotta navale al mondo più estesa ,sotto il dominio dei borboni ci fu il periodo d’oro per napoli.

Fare il napoletano stanca è vero ,napoli vista dall’ occhio del turista come una città meravigliosa  piena di fascino,per i napoletani diventa solo luogo di sofferenza portata dalla corruzione e la malasanità ,dove entra in vigore solo l’arte di arrangiarsi, dove ognuno deve combattere con i denti per portarsi a casa un pezzo di pane ,dove il lavoro non è garantito non è assicurato da nessuna assicurazione, dove nemmeno nella morte c’è garanzia perché era il primo giorno di lavoro ,(cosi dicono tutti per non dichiarare la verità).









In questo contesto volevo fare un’ultima osservazione, io posso dire di aver visto vari tipi di etnie diverse,tutte mi hanno fatto crescere in una maniera che non credevo fosse possibile,in fine io ho capito che siamo figli di diverse correnti umanistiche che portano a svariati usi e costumi, dovute alle tradizioni popolari,ma non e quello che ci differenzia ,in realtà siamo tutti figli di un unico Dio,io non so chi sia e nemmeno se esista …….












lunedì 1 ottobre 2012

Avril Lavigne Im With You







Anche in un luogo affollato non c’è Nessun suono per lei ,la sua mente è Isolata nel mondo e non riesce a trovare Nessuna soluzione a suoi quesiti. Il Freddo che prova non è dovuto All'ambiente, ma al suo stato d’animo Confuso e percosso dai ricordi, che gli Affiorano alla  mente. Senza un ritorno Effettivo alla normalità, lei non potrà Rincontrare se Stessa, e si perderà a Capire se un sogno Così immaginato, Possa chiaramente riscontrarsi nella sua Realtà quotidiana. Senza cadere nella monotonia più assurda. La voce della Cantautrice è Chiaramente una delle voci più interpretative  che si riscontrano  In Rarissimi casi Della storia della musica. Anche a chi non capirebbe una parola di inglese, la sua Voce gli trasmetterebbe una grande emozione, ed una voglia di ribellione Scaturisce dalla sua persona ,al rifiuto di accettare le cose per come sono, senza Reagire.La sua continua lotta a rompere gli schemi di questa società, minandola se è necessario, fino all'estremo, fin a quando Questo mondo si identifichi con noi, e non dovremo più adattarci a lui.








domenica 30 settembre 2012

Vanessa Carlton





La  musica ti trasporta nel mondo, come Una corrente calda e piacevole. Lei Descrive il tuo stato d’animo. Alcune Volte non sono  le parole a descrivere Quello che hai dentro, ma bensì la musica ,  che attraverso le parole comunica Emozioni. Io penso che questa Canzone possa trasmettere molto, in Maniera diversa ad ognuno di noi .La Musica riesce a trasportarti ovunque tu Voglia andare, magari lontano dal Mondo, per rimanere solo con i tuoi Pensieri. Io non dico che uno debba isolarsi, ma penso che quando si rimane Soli, uno possa trovare migliori soluzioni, ai suoi problemi.( se io cadessi Nel Cielo, pensi che il tempo si fermerebbe?)In questa frase si racchiude il Senso della canzone stessa .Lei esprime la sua sofferenza cantando, non può Fermarsi nel suo dolore, continua a vivere, descrivendo tutto in maniera così Fervida in questo testo.Racconta la faccia della medaglia che noi non facciamo Intravedere, perché ci classificherebbe come deboli, è quindi andiamo avanti. Facendoci strada tra la folla ed è perpetua la nostra ricerca, di una felicità non Cercata  ma intravista nei nostri sogni.

domenica 23 settembre 2012

Just Feel Better














                                                        Riflessioni
Il brano inizia con l’attacco della Chitarra di Santana, che la fa da Protagonista, ma sa ridimensionarsi Come accompagnatrice solenne della Stupenda interpretazione di Tyler. Divisa da una parte di presentazione ,la voce di Tyler,viene sostenuta dalla Chitarra come voler sottolineare l’importanza dell’evento. Nel brano affiorano Toni di decelerazione di ritmo, che sfociano in un colpo di scena di note Emozionanti di una solitaria chitarra.  Lo scorrere senza fine della sofferenza, Vista come perenne nascita è morte dello spettacolo inquietante della vita. Questo messaggio emerge dal brano. Perenne ricerca per ritrovare se stessi.



Oh me, oh vita !
Domande come queste mi perseguitano,
infiniti cortei d’infedeli,
città gremite di stolti,
che vi è di nuovo in tutto questo,
oh me, oh vita !

Risposta:

Che tu sei qui,
che la vita esiste e l’identità,
Che il potente spettacolo continui,
e che tu puoi contribuire con un verso.

Walt Whitman

domenica 9 settembre 2012

tarantelle per campare



Tarantelle per campare
Nell’antologia comprensiva dei testi dei 99 posse, compare come si vuol dire sempre un rigurgito contraddittorio a quello che noi definiremo normale ai nostri occhi, perché accecati dai media non vediamo più il mondo nella sua autenticità, ci limitiamo a farcelo raccontare da giornalisti pagati a divulgare false informazioni. Nel testo della canzone in cui  mi sono soffermato appare la vera tragicomedia che si vive nei quartieri più malfamati di questo paese, traviato da ripetute sconfitte .I 99 Posse con l’aiuto di Caparezza in questo testo, hanno evidenziato come il politico sia fortemente distante da ciò  che è in realtà la situazione del paese, come può un uomo potente, ricco e superbo, capire le problematiche che incombono su questo paese, giorno dopo giorno, non si sofferma su problematiche davvero importanti, ma solo su questioni che non sono di nessuna utilità pratica.
La musica intesa come impercettibile nel tempo, non la si può raccontare, perché ed essa che racconta la storia di tutti i tempi. Un canto venuto da lontano esprime sofferenza, tristezza, e si ode il suo canto come un una richiesta di aiuto, come è possibile che una canzone riesca a risvegliare e a sollevare così tanto l’enfasi umana,in modo che parole e gesti diventino insignificanti, rispetto ad un problema descritto e narrato da una canzone.Ecco come la musica diventa la prima protagonista di qualsiasi argomentazione. Nelle guerre narra le tragedie del suo paese, fatti reali non sporcati e rivisitati dai media, lei esprime la sua verità cruda quale possa essere ,come nei quartieri più degradati di napoli, dove nasce una musica ribelle agli occhi del mondo, Il quale non conosce a fondo i veri problemi che incombono su quella provincia, devastata ogni giorno .La voce del popolo si esprime attraverso la musica, che non può essere contagiata da nessuno, esprime un suo diritto diffonde il suo pensiero agli occhi del cosmo. (Io celebro me stesso, io canto me stesso, e ciò che io suppongo devi anche tu supporlo, perché ogni atomo che mi appartiene, è come appartenesse anche a te.)
-- Walt Whitman


martedì 28 agosto 2012

Dolce trema





Un giorno assorto nei miei pensieri sentii la terra Tremare sotto i miei piedi.  La terra che sempre così Rigida diventò friabile come un biscotto, io rimasi Immobile e domandai a questa creatura chi fosse, e Lei mi rispose che  non era altro che il frutto del Male degli uomini.  Noi non avevamo fatto altro che Nutrirla e lei era cresciuta forte, egoista ed amara Perché gli uomini così  la avevano educata. Il suo Passaggio portò grande scompiglio, molti rudimenti crollarono e la coscienza della gente si manifestò come Crescente attesa di morte e paura ,lei mi guardò in faccia, e mi disse che era il grido di sofferenza della terra. Questa terra che ardeva di ingiustizie ,e io gli chiesi, perchè o terra mia semini tanta disperazione, negli occhi Già afflitti della gente, perchè il tuo passaggio deturpa in maniera così fervida la mia mente. In maniera molto Gentile lei mi rispose, poichè gli uomini distruggono ciò di che più bello esista, senza preoccuparsi di nulla e Perpetua e la loro distruzione ,inarrestabile la loro sete di avidità.Lei mi rispose di essere il frutto di un Matrimonio incestuoso,Provocato dalla incoscienza degli uomini.Come una scossa così forte possa Risvegliare la coscienza degli uomini, e pure il suo cammino semino morte e distruzione, lei venne da me, ma In maniera  gentile mi fece vedere ciò, che a pochi chilometri era successo, come per dire, "vedi ti ho Risparmiato sei fortunato". Io gli dissi che male avevano fatto dei bambini ,perché te li sei portati via,  mi Rispose; il mio percorso e come un fiume in piena, non può determinare ciò che sia giusto o sbagliato. Io Agisco così come mi hanno insegnato gli uomini, le loro azioni sono ben peggiori delle mie. Sempre lì rimasi a Pensare, e quando gli ultimi scossoni davano segno che lei stava andando via ,si giro verso di me e con aria Sognante mi disse, ecco l’uomo nel pensiero simile ad un Dio, intelligente e dotato di ingegno ,ma basta una Piccola scossa,a farlo cadere nel panico, a far crollare tutte le sue certezze e la sua sicurezza. Tu sei rimasto Immobile dinnanzi a me ,non perché  avevi paura ma sapevi che di fronte a me era invano una tua fuga.


mercoledì 22 agosto 2012

un matto






tra genio e follia


Saggio è colui che con la mente stimola l’intelletto, il genio usa la sua follia per sfidare la ragione .Pensavo come era strano essere nel mondo e come era bello sentirlo mio, sentire che ogni parola ,ogni frase, ogni gesto ,aveva uno scopo preciso,il quale mi avrebbe portato in qualche modo al di sopra di ogni angoscia, che mi trascinavo dietro, ad ogni dubbio avrei trovato una risposta esauriente. La follia era una forma di essere se stessi, al contrario flusso di meschinità, che osteggiava di continuo le azioni degli uomini. In ogni prospettiva  il mondo mostrato agli occhi titubanti di uno stolto, che a differenza degli altri ,non percepisce il vero significato che si nasconde dietro ad ogni gesto ,che sembra innocente ma carico di odio. Come specificato nella canzone del maestro De Andrè, e se il vero significato si nasconde sotto una metafora ,che racchiude l’essenza di  un finto pazzo, che fa azioni per non intendere il proprio  modo di pensare,agisce nella notte e nessuno potrebbe mai capire che è lui.  Perchè la sua fama deluderebbe quel pensiero,come una voce squillante risveglia le coscienze del popolo, ormai come tante pecore condotte al macello. Una morte pietosa lo strappo alla pazzia ,come premio inaspettato ,angosciosa attesa di un mondo che non aveva inteso in pieno la sua autenticità.








giovedì 16 agosto 2012

kama il Dio dell'amore






Concrete jungleTradotta da Anonimo


Oggi sulla mia giornata non splenderà il sole
La gialla luna piena non uscirà a fare la sua parte
Ho detto che l'oscurità ha oscurato la mia luce
E la mia giornata è divenuta notte
Dove si può trovare l'amore
Qualcuno me lo dirà?
Poiché la vita deve essere altrove
E non in una giungla d'asfalto
Dove vivere è più difficile
Giungla d'asfalto
Uomo, devi fare del tuo meglio
Non ho catene alle caviglie
Ma non sono libero
So di essere tenuto in cattività
Sì - non ho mai conosciuto la felicità
Non ho mai saputo cosa sia la tenerezza
Malgrado tutto - riderò sempre
Come un clown
Nessuno mi aiuterà perché
Devo risollevarmi da solo
Dal terreno
In questa giungla d'asfalto
Ho detto, ora cos'altro hai in serbo per me?
Ah, giungla d'asfalto, ora mi lascerai vivere?
                                                

Concrete  jungle

In questo testo si rammenta la continua tirannia, a vivere in una società al limite del surreale ,dove non c’è modo di rapportarsi con nulla, dove ci sono solo costrizioni e vincoli da mantenere. Una crescente sete di denaro ci pervade, senza lasciarsi intravedere una forma d’amore ormai scomparsa dalle nostre menti.Il continuo susseguirsi di avvenimenti, che portano la nostra Personalità,a confrontarsi con idee che limitano la nostra creatività, a realizzare qualcosa di unico, è frenata da un eccessivo controllo, che determina la nostra forma originaria di pensatori, la cui voce ,fuori dal gregge, riecheggia come richiamo alla libertà. E’ come se la vita intesa  come percorso da attraversare per raggiungere un traguardo prefissato, di colpo smetta di esistere ,il giorno diventa notte, le speranze non diventano niente altro che un buio troppo profondo per intravedere un po’ di luce.l’amore incontrastato icona della nostra felicità, viene sostituito da false idolatrici, senza senso, senza gioia ne dolore. In una giungla d’asfalto, dove nessuno ti aiuta, dove sei solo ,non hai catene, ma la tua libertà e limitata, perchè non puoi vivere come vorresti. Non hai mai conosciuto la felicità ,il tuo vivere e una continua lotta, ma nonostante questo tu ridi e vai avanti, è perpetua la tua battaglia,poiché le tue forze, sono le uniche che ti sosterranno.






giovedì 2 agosto 2012

La stella guarda il mondo


Il discorere silenziozo dei miei passi, il rintocco di un orologio antico.Il tempo che fugge via, e che non riesci mai a raggiungerlo, poiché è troppo immenso, non finisce mai, e tu sei cosi piccolo di fronte a lui, che ti incute terrore. Pensi di non farcela, però continui a combattere, ti sembra una battaglia persa, ma non c' è  la fai a mollare, quando all’improvviso dentro di te si illumina la consapevolezza, che il tempo è solo invidioso di te. Perché i tuoi momenti sono preziosi come l’oro, perchè non sai mai se baciando una ragazza, sarà l’ultima o la prima di una lunga serie.Ogni momento per te è unico. Una vita spesa a cercare qualcosa che è vicina, ma sembra lontana, in un mondo colorato dove il blu ed il rosso si incontrano per sfociare nell’ assoluto oblio.Quello che non si conosce fa paura ,in certe persone il giorno e la notte si incontrano nel pensiero. Nella mente piu complessa si nasconde un pensatore libero, tanto grande è il suo intelletto quanto la sua sofferenza, esso non si limita a traguardi prefissati, va sempre più  avanti, è come una continua ricerca,non si ferma mai ,non è mai contento di quello che fa, anche se agli altri, le sue azioni sembrano divine, riesce sempre a trovare  dei difetti,e perpetua la sua ricerca. E' come una malattia che  costringe la tua mente a non stare mai ferma, ma la fa arrivare, fino a dove gli altri non sono arrivati. E' come una droga, che invade il tuo cervello,i pensieri rincorrono altri pensieri, e tu cerchi una risposta che non trovi , tante strade si aprono davanti a te. Qual' è il critero di scegliere senza sbagliare? O è lo sbaglio che ti mostra la retta via. E' come se questa assurda società,ci costringa a sognare un mondo che in realtà non esiste, è come vedere la pubblicità del mulino bianco. Tutta un'illusione sfumata , che ci fa sognare in un giardino incantato. Quando un bel giorno ti svegli, e guardandoti intorno non vedi altro che un assurdo modo di vivvere, dove il denaro fa si che persone muoino invane ,un cattiva combinazione tra follia e ambizione. La vita è vista come un inutile commedia, dove c’è sempre chi vorrà prevaricare. La stella guarda il mondo, ma noi non la vediamo, perchè accecati dalle nostre luci, che illuminano il mondo, per oscurare le stelle.Un mondo che trova nella musica la sua voce verace ,che esplode in accordi e pensieri,la musica è vista da me come assoluta voglia di esistere, Per  trovare una spiegazione, a tutto ciò che siamo ,senza piu limiti, parlare, emergere, essere una voce che dica la verita sui soprusi.De Andrè denuciava  apertamente il suo pensiero  del mondo.  Idee vicine alla sofferenza, che hanno trovato in lui ed in altri "canta-poeti" simili, la loro massima espressione








martedì 17 luglio 2012

L'incontro tra due generi musicali







John lord, parte come musicista in stile classico influenzato da musicisti come  Beethoven e bach,creando uno stile unico. E come se la poesia incontrasse una musica dallo stile ribelle. E curioso l'utilizzo dell'amplificatore Marshall da parte di Jon Lord, che amplificava il proprio organo Hammond attraverso l'amplificatore per "chitarra" Marshall, rendendo il sound dei Deep Purple unico al mondo. E come se la musica classica incontrasse il rock, creando un' esplosione di accordi ,per creare un suono unico nella sua autenticità.La musica rompe i suoi schemi con jon lord, uscendo dalla sua condotta, creando un armonia di jazz ,rock,e musica classica, lui da una voce alla musica, una voce del tutto unica nel proprio genere ,dal quale non si può concepire un idea ben precisa, come si potrebbe con altri generi musicali. La sua musica sconfina nel più assoluto sconvolgimento ,come una tempesta di generi musicali, comunicando per chi l’ascolta, un assoluto piacere dei sensi ,la sua musica e come se rappresentasse, il modo di vivere in una Città,dove ci sono molte etnie, e lui le racchiude in un modo da farle combaciare e confrontare, in una maniera unica. In questo momento, è come se  risuonasse il suo organo ruggente, come la scia di una cometa. John ha passato la sua intera esistenza a superare dei limiti che si credevano insormontabili, non si è spento un semplice tastierista, ma bensì un beethoven dei nostri giorni. avendo dentro di sè un impronta classica, lui ha creato uno stile, che racchiude diversi generi, formando qualcosa di indescrivibile. Un genere nuovo, che ha coinvolto milioni di persone, la musica viveva in lui in una maniera mistica e travolgente.





giovedì 12 luglio 2012

Un biglietto per un paradiso momentaneo


La ragione nascosta agli occhi della gente ,che non comprende il tuo essere profondamente, diverso in ogni fibra del tuo pensiero, capendo, agendo, secondo un principio base che è allo scopo della tua esistenza.
Essere una voce fuori dal gregge ,che grida il suo pensiero senza aver paura delle conseguenze. Perché chi non si aspetta nulla è davvero libero,libero di esprimersi al di là delle continue ed assurde idee, che limitano la libertà di confrontarsi. Un biglietto sempre a portata di mano, ma ben nascosto, perchè la partenza per gli altri non è vista di buon occhio, una scappatoia da qualcosa che ti deturpa in maniera eccessiva. Allora tu puoi andare con chi vuoi e dove vuoi ,lei saprà trasportarti dove vorrai andare,lontano dal fracasso deturpante  dei tuoi problemi ,in quel mondo che tu hai creato e che chiunque come te potrà entrarci. Un mondo fatto di musica e di poesia che grazie a quel biglietto è sempre lì pronto a farti sognare.Un biglietto per un mondo diverso dove tutti gli uomini sono uguali, a prescindere dal colore della pelle o dalla loro religione, dove le ingiustizie vengono punite.Un mondo d’amore ,un amore, dove non tutti comprendono la sua autenticità e preferiscono girare le spalle e andarsene via, perché quel biglietto lì porterebbe troppo lontani dalla loro ipocrisia,allora tu affronti la verità scalzo dalle tue idee vai avanti, per assorbire altre idee, sempre pronto a partire .Un paradiso momentaneo, troppo breve ma abbastanza lungo per pensare la vera ragione  della nostra esistenza,perché penso certe volte la solitudine insieme alla musica, riesca ha portarti in un esaltazione dei sensi,dove tu riesca  a sentirti parte del intero cosmo, non più un puntino nel mondo ,ma il mondo stesso. Questo io lo scoperto nella musica" raggae". Bob Marley  denunciava , i continui soprusi degli americani, riguardante le discriminazioni razziali, che ci portano ad oggi, anche con alpha blondy che denuncia le guerre nella Liberia. La musica riesce a risvegliare l’animo umano, ed a capire che anche se noi vogliamo far finta di nulla, questi problemi esistono, e noi non possiamo più farci da parte e quindi dobbiamo reagire. Una nuova forza di comunicazione, come quando c’era la schiavitù, le persone di colore cantavano,perché attraverso la musica erano liberi  di essere unici, anche se considerati come delle bestie, da un gruppo di stolti  uomini, e da quella oppressione nasce il jazz ,il gospel ed altri genere musicali, che rendono la nostra vita migliore.Perché quando non sai dove andare, c’è un mondo dove per entrare non hai bisogno di un bel vestito ,dove sei tu essere unico come altri, che vivono senza aver paura di nulla, essere liberi ed incontrastati esseri umani, che esistono seguendo una stella troppo alta, agli occhi offuscati di chi non vede quella luce che simboleggia la verità.



martedì 10 luglio 2012

GOSPEL & SPIRITUALS






GOSPEL & SPIRITUALS
La musica nera
La musica nera è definita come una musica di unità, ovvero una musica che unisce la gioia e la tristezza, l’amore e l’odio, la fede e la disperazione degli Schiavi Negri d’America che nella loro difficile condizione sociale trovarono nella musica religiosa la sola forza per sopravvivere.
La storia racconta che la schiavitù iniziò nel 1619 quando i primi Negri delle coste Africane furono strappati con violenza dalla loro terra d’origine, incatenati su centinaia di navi e trasportati aldilà dell’ Atlantico, negli Stati Uniti d’America, per essere venduti come ‘bestie da lavoro’.
Gli schiavi sopravissuti alla tratta e comprati dai padroni bianchi, venivano deportati nelle grandi piantagioni di cotone e costretti a vivere e lavorare in condizioni disumane: a loro non restava altro che adattarsi e rassegnarsi ad un nuovo mondo, fatto di regole tanto spietate quanto incomprensibili.
Furono privati di dignità, umiliati, linciati ed emarginati, ma soprattutto furono costretti a rinunciare ad un bene d’immenso valore: la libertà.
Di fronte a questa situazione, fu per loro inevitabile sviluppare una forma interiore di resistenza, richiamando le sole risorse culturali che avevano potuto portare con sé. Tra queste risorse quella che più si dimostrò capace di accompagnare lo schiavo nella sua monotona e dura resistenza fu la musica.
La musica rappresentò per gli schiavi Negri d’America il solo conforto ed il solido sostegno ai tormenti fisici e morali subiti.


La musica e la danza si praticavano in Africa quasi senza interruzione; erano l’espressione della religiosità africana. Ogni evento della comunità era scandito dalla danza rituale e dal suono degli strumenti a percussione, a corda e a fiato; i ritmi e le melodie rappresentavano un vero e proprio linguaggio sociale per veicolare informazioni importanti e per esprimere pensieri ed emozioni.
Inevitabilmente la tradizione musicale africana fu una delle realtà che gli schiavi neri portarono nelle Americhe diventando uno dei pochi elementi di certezza per tutti quegli uomini e donne che, sottratti improvvisamente al proprio ambiente, si ritrovarono proiettati in una realtà drammaticamente diversa.
Il poter ballare, suonare e cantare mantenendo il ricordo della terra d’origine, era essenziale per gli schiavi Negri d’America perchè solo così potevano esternare e condividere i propri sentimenti di dolore, rabbia, rassegnazione, ma anche di speranza.
In origine la musica accompagnava e sosteneva la gente nera solo nelle segrete riunioni rurali, ma appena fu permesso, anche durante il faticoso lavoro nei campi di cotone.
Nelle piantagioni il canto intonato spontaneamente da una sola persona, lentamente coinvolgeva tutti i braccianti e le voci erano accompagnate dal battere delle mani, dal battere del piede per terra e dal suono di qualsiasi oggetto improvvisato strumento fra cui oggetti di cucina, tinozze, manici di scopa. Questi canti, chiamati canzoni del grano, descrivevano la vita giornaliera degli schiavi, con le loro fatiche e il loro desiderio di libertà; ma rappresentavano anche, come nella terra d’origine, un importante ed essenziale mezzo di comunicazione.
La schiavitù durò oltre due secoli e mezzo: lungo tutto questo periodo i Negri delle piantagioni furono sempre a contatto con la gente bianca e pertanto obbligati a familiarizzare con gli usi e i costumi tipici dei loro padroni. In particolare, amanti della musica, fu per loro naturale apprendere i motivi tipici della musica popolare celtica, irlandese, anglosassone, ossia dei colonizzatori europei.
In questo contesto si verificò un incontro di fondamentale importanza: un incontro fra il mondo musicale Africano e quello Europeo che portò allo sviluppo di una nuova tradizione culturale e musicale.
Dalle semplici canzoni del grano degli Schiavi Negri d’America, nasce una nuova musica, definita musica afro-americana, alla base della musica Jazz, Blues, Negro-Spiritual e Gospel.
La nascita della musica Spiritual & Gospel
Gli Schiavi Negri d’America, nonostante il forte legame con la musicalità e la tipicità della religione africana, furono costretti dai padroni bianchi a frequentare le Chiese Americane. I padroni volevano sfruttare questo momento per insegnare la resistenza alle sofferenze e l’importanza di obbedire agli ordini, ma in realtà la Religione e la Teologia Cristiana diventarono per i Negri d’America un vero e proprio strumento di liberazione.Attraverso la Chiesa, infatti, gli schiavi ottennero la possibilità di incontrarsi al di fuori della loro condizione sociale e di conoscere importanti avvenimenti che toccarono e condizionarono profondamente il loro animi. I Negri furono coinvolti dalle sofferenze e dalle persecuzioni che il popolo ebraico dovette sopportare da parte dei faraoni; individuarono un’assoluta corrispondenza di tormenti, attese e certezze tra l’Ebreo in cerca della Terra Promessa, ed il Negro in cerca della pace.

Di fronte alla liberazione del popolo d’Israele dalla mano degli egiziani grazie ad un Dio che infondeva fede, gioia e speranza, gli schiavi capirono che anche loro, attraverso quello stesso Dio, avrebbero potuto raggiungere la tanto attesa libertà. Iniziarono così ad avvicinarsi alla religione Cristiana e ben presto si convertirono completamente al Cristianesimo: sostituirono i loro dei con il Dio cristiano ed i loro eroi con i grandi personaggi Biblici del popolo d’Israele.
La loro disperazione si trasformò in una forza interiore nuova.
La presa di contatto con i valori e la cultura del Cristianesimo si riscontrò anche nella tradizione musicale: i riti africani dei Negri uniti ai temi della religione dei Bianchi portarono alla nascita di una nuova musica, che fu definita “Negro Spiritual”, dove il termine Spiritual equivaleva ad “interiore”, ovvero era l’espressione di un’anima, il canto di un popolo, il popolo afro americano.
Le melodie, accompagnate dalle danze e dal battere delle mani e dei piedi, dall’uso di tamburelli, percussioni o da strumenti improvvisati come nelle prime e ormai vecchie canzoni del grano, diventarono l’espressione della fede di un popolo, un popolo che ritrovò nell’avvenimento cristiano la fonte della libertà per l’uomo. Non più solo angoscia e sgomento per le condizioni fisiche e morali, ma fede e speranza che le fatiche ed il dolore possano alla fine cessare.
La musica Negro Spiritual non fu altro che un nuovo canto religioso, una rielaborazione degli inni europei arricchiti dai colori e dai ritmi africani.
Quando nel 1865 la schiavitù fu abolita e ai Neri fu permesso di frequentare le scuole, studenti ed educatori portano la musica nata all’interno delle Chiese di campagna e nei campi di lavoro, anche al di fuori delle riunioni rurali. I bianchi accolsero questa nuova forma musicale con curiosità, simpatia e talvolta ammirazione: alcune Chiese cittadine diventarono addirittura eredi e simbolo delle grida e degli applausi delle canzoni e dei balli ritmici della musica africana.
La musica Negro Spiritual diventò sempre più importante e conosciuta: dall’essere una musica rurale accompagnata principalmente dal battere delle mani, diventò una musica urbana arricchita da nuovi strumenti musicali: percussioni e fiati presto presero il sopravvento sulle voci portando ancora una volta alla nascita di nuovi generi musicali.
Le nuove melodie ispirate alla Bibbia e al Vangelo come negli Spiritual, ma arricchite da musiche e sonorità decisamente originali, furono definite canzoni Gospel, ossia canzoni del Vangelo (Gospel significa infatti Vangelo).
Il genere Gospel pertanto non fu altro che un’evoluzione dello Spiritual, l’espressione di un genere di musica religiosa, i cui testi di carattere soggettivo ed esortativo, erano generalmente interpretati da un solista e centrati su un unico tema, come la conversione, la salvezza e la ricerca della spiritualità.
In particolare la nascita e la diffusione di questi singolari brani è da attribuire all’iniziativa di Thomas Dorsey, blues man di Chicago, di rivedere alle fine degli anni ’20 la forma tradizionale dello Spiritual.
Dorsey unì le grida di lode, gioia e fervore emotivo degli Spiritual con lo stile musicale dell’epoca: il risultato fu ritmo, armonia e nuovi abbellimenti melodici uniti a testi religiosi.
Con l’impegno ed il lavoro di Dorsey iniziò un vero e proprio decollo dei “canti del Vangelo” : la musica afro americana uscì dalle chiese dei Neri d’America e fu definitivamente proiettata in tutto il mondo, grazie alla sua intensità, alla sua profondità e alla sua stravolgente religiosità.
Una vera occasione storica si presentò nel 1969 quando un coro di 50 voci dirette da Edwin Hawkins interpretò in modo assolutamente originale un vecchio inno battista del 1700: Oh Happy Day.
Sostenuto da un vivace ritmo di batteria e da un animato accompagnamento pianistico, fu il primo  brano Gospel a vendere in breve tempo milioni di copie negli USA ed in tutto il mondo, diventando il simbolo stesso della musica Gospel e probabilmente l’unico pezzo Gospel universalmente conosciuto.
Quello che caratterizzò il brano fu il modo “profano” di interpretare un inno sacro utilizzando senza prevenzioni nuovi strumenti musicali: basso e batteria da allora diventarono i suoni popolari del momento ed ancora oggi identificano la musica Gospel contemporanea.
Da allora l’ascesa del Gospel è inarrestabile.
Oggi, per alcuni, la musica Gospel è la musica nera, per altri è semplicemente un termine che comprende vari tipi di musica: di qualunque genere sia, la musica Gospel è più di un dolce suono, è un genere che va visto e vissuto per far vibrare nell’aria un’emozione.


lunedì 9 luglio 2012

Il raggae racconta le guerre

La musica reggae ha sempre avuto una forte vocazione sociale. Sia prima che dopo Bob Marley, le voci del reggae hanno denunciato e raccontato le tensioni, le ingiustizie e le guerre e non solo in Giamaica. In Costa d’Avorio, per esempio, il reggae ha una radicata tradizione.
La Costa d’Avorio, ex colonia francese, ha ottenuto l’indipendenza nel 1960. Tra il 2002 e il 2004 una sanguinosa guerra civile ha sconvolto il Paese. Il 31 ottobre 2010, dopo anni di rinvii, si sono svolte le elezioni presidenziali che hanno visto Alassane Dramane Ouattara contrapporsi di Gbagbo. Ed è stato proprio l’esito di queste elezioni, sfavorevole a Gbagbo, a riaccendere un clima di tensione. Nel periodo più caldo, tra il novembre del 2010 e l’aprile del 2011, il conflitto ha provocato oltre tremila morti e un milione di sfollati.
Scenari difficili, duri, raccontati nel tempo attraverso le voci di artisti che hanno la capacità di muovere le coscienze e di fomentare passioni e differenze che, in un paese in cui coesistono decine di etnie e varie fedi religiose, rappresentano un costante rischio.
Il più popolare è sicuramente Alpha Blondy, veterano del reggae made in Costa D’Avorio, attivo dai primi anni ottanta. Utilizzando sia la lingua francese che quella inglese, Alpha Blondy ha in certi casi anticipato i venti di guerra. Nel 1999, con il brano La Guerre civile, preannunciava un conflitto armato, inevitabile nel caso in cui il nuovo presidente avesse ignorato le richieste di cambiamento del popolo. Alpha Blondy è stato un acceso sostenitore di Gbagbo (come anche Beta Simon e Serge Kassy, altri due artisti reggae), ed ha accusato Outtara di essere responsabile del colpo di stato del 1999 (si pensa che le canzoni di un altro cantante reggae, Fadal Dey, abbiano molto influito sulla decisione di rovesciare Konan Bédié).
Ultimamente l’artista è stato fortemente criticato, dato che con la musica ha sempre denunciato e combattuto il neocolonialismo e l’influenza francese, ma poi nei fatti non si è dimostrato coerente (un episodio su tutti è la sua partecipazione, l’11 maggio 2011, al trentennale dell’elezione di François Mittérand, in Piazza della Bastiglia a Parigi).
Opinione differente ha invece Tiken Jah Fakoly, sostenitore prima di Guillaume Soro e dopo di Outtara alle ultime presidenziali. Tiken Jah, minacciato di morte e per questo costretto all’esilio nel 2003, viene accusato di essere un supporto fondamentale dei ribelli e di aver addirittura finanziato la guerra civile con i suoi concerti. L’artista ha chiesto esplicitamente a Gbagbo di farsi da parte con il brano del 2005 intitolato Quitte le pouvoir. Il messaggio è chiaro: “nessun cambiamento nei vostri comportamenti, malgrado i diversi governi da quarant’anni a questa parte. Potrai passare dei brutti momenti se ci terrai ancora qua a marcire”. Per il suo appoggio a Outtara, non sono mancate anche nei suoi confronti critiche aspre, dato che proprio lui è autore di un altro eloquente brano dal titolo “Francafrique” nel quale canta: “La politica francese in Africa è scherzare e uccidere, la politica americana in Africa è scherzare e uccidere. Ci vendono le armi e mentre noi ci combattiamo ci rubano la nostra ricchezza …. causano la dittatura per affamarci”.
Qualche anno fa è stata molto dura la contrapposizione tra Tiken Jah Fakoly e Serge Kassy, altro esponente del reggae ivoriano. Quest’ultimo accusava Tiken Jah di speculare sulla condizione difficile degli ivoriani per incrementare la propria carriera artistica. Kassy era sostenitore di Gbagbo.
Ma anche tra Alpha Blondy e Tiken Jah Fakoly non c’è mai stata una grande simpatia. Tuttavia, dopo anni di rivalità e recriminazioni attraverso interviste e canzoni, i due musicisti si sono stretti la mano il 28 giugno scorso a Parigi, rendendo visita al nuovo presidente in carica.
Il neo-presidente Outtara e Tiken Jah hanno promosso l’organizzazione di una carovana della pace e della riconciliazione con tutti i musicisti ivoriani, che si svolgerà a cominciare dai luoghi che più di altri sono stati teatro di distruzione e morte durante la guerra civile. Protagonisti di questa iniziativa saranno appunto Apha Blondy, Tiken Jah Fakoly, Serge Kassy, Magic System, Meiway, Aicha Koné e Monique Seka.
L’11 dicembre si terranno in Costa D’avorio le elezioni politiche, e si spera che questo rappresenti l’inizio di un nuovo clima caratterizzato dal dialogo e dalla riconciliazione, anche tra gli artisti reggae che, spesso e volentieri, riescono ad avere un potenziale comunicativo superiore a quello dei politici!